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Con la Fondazione ITS VITA crescono i nuovi professionisti delle life sciences


05/10/17
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Alla fine di ottobre partirà il terzo ciclo di formazione ITS rivolto a giovani fra i 18 e i 29 anni che potranno accedere ai corsi professionalizzanti nell’ambito delle biotecnologie. Abbiamo intervistato Stefano Chiellini, coordinatore della Fondazione Vita.

I numeri positivi confermano la continua crescita del settore che garantisce crescita economica e una forte richiesta di figure specializzate da inserire nel mondo del lavoro. La filiera delle Scienze della Vita è uno dei fiori all’occhiello della Toscana, in prima linea non solo per export e produzione, ma anche nella formazione dei futuri professionisti delle life sciences. In questo, è importante il ruolo della Fondazione VITA Istituto Tecnico Superiore per le nuove tecnologie della Vita che, dal 2015, attraverso un protocollo con il Ministero dell’Università e della Ricerca, al finanziamento della Regione Toscana e del MIUR alla collaborazione con scuole, enti di formazione, imprese, università e centri di ricerca, gestisce i corsi ad alta specializzazione tecnologica per la preparazione al mondo del lavoro nei settori farmaceutico, biotecnologico e dei dispositivi medici.

Alla fine di ottobre partirà il terzo ciclo di formazione ITS rivolto a giovani fra i 18 e i 29 anni che, nel biennio 2017-2019, potranno accedere ai corsi professionalizzanti nell’ambito delle biotecnologie. Stefano Chiellini, coordinatore della Fondazione Vita, illustra l’utilità dei percorsi avviati dal 2015, il ruolo di raccordo della Fondazione fra le aziende in cerca di figure specializzate e i giovani in cerca di occupazione, e il nuovo orizzonte verso cui si proietta la Fondazione.

Dottor Chiellini, il bando per il nuovo biennio formativo è in corso. A chi è rivolto e come si articola?
È aperto a giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni e con qualunque tipo di diploma di scuola superiore; inserito nell’ambito di Giovanisì (www.giovanisi.it), il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani. Per il biennio 2017-2019, la Fondazione Vita ha lanciato Probit 2.0, una formazione mirata per creare tecnici superiori per il sistema qualità di prodotti e processi a base biotecnologica. Il bando è sul sito della Fondazione.

Quest’anno Probit 2.0 dedicato alla qualità dei prodotti; un anno fa, invece, Profarmabio concentrato sull’automazione dei processi produttivi. Da cosa dipende questa differenziazione dei percorsi di biennio in biennio?
Dipende dalle esigenze delle aziende con cui ci raccordiamo a partire dalle nostre socie fino ad arrivare alle aziende del Distretto Scienze della Vita; parlo di GSK Vaccines, Menarini, Kedrion, Corima, DEKA M.E.L.A. Da esse riceviamo input e fabbisogni, sulla base dei quali impostiamo i nostri corsi di alta formazione. Con esse, inoltre, lavoriamo in partnership all’organizzazione dei corsi, partendo dalla docenza fino al piano pratico delle esperienze dirette in azienda.

Una specie di circolo virtuoso?
“In pratica sì. I percorsi ITS che noi offriamo ai ragazzi, i quali alla fine del biennio devono sostenere un esame nazionale abilitante per ricevere il diploma di tecnico superiore, sono tarati sulle esigenze delle realtà industriali del settore Scienze della Vita. Attraverso una analisi dei fabbisogni, disegniamo ad hoc le figure professionali da specializzare. Ci siamo accorti che la domanda di addetti è di gran lunga superiore alla reale presenza di giovani già attrezzati per i profili richiesti. Attraverso i suoi percorsi ITS, la Fondazione non fa che facilitare questo incontro aiutando, da un lato, le imprese e dall’altro i ragazzi che, alle ore in aula, durante il biennio, affiancano una lunga esperienza sul campo a cui, con grande probabilità, segue l’inquadramento in azienda. I dati nazionali degli ITS attestano una soglia occupazionale fra l’80 e il 90 per cento.

C’è già un bilancio del primo biennio ITS 2015-2017?
“Non ancora, perché i ragazzi stanno concludendo il percorso di stage e dovranno sostenere prima l’esame. Per adesso, abbiamo 60 studenti in stage e 20 in aula. I corsi si articolano su 1200 ore complessive, ben 800 delle quali da trascorrere in azienda. E’ chiaro che è un’opportunità notevole per chi desideri acquisire un’alta formazione specialistica nei settori biomedicali e delle biotecnologie e conoscere da dentro realtà aziendali anche di notevoli dimensioni.

La Fondazione, per ora, gestisce gli ITS del Ministero; pensate di allargare la vostra offerta?
C’è anche questa intenzione; vorremmo poter aiutare il sistema formativo nell’ambito delle scienze della Vita, a partire dalle analisi dei fabbisogni delle aziende, che ci attendiamo essere sempre più puntuali e dettagliate. L’idea è di disegnare ad hoc corsi specifici sulla base delle loro esigenze. La Fondazione Vita vuole diventare il punto di coordinamento di questa filiera di cui Fondazione TLS, in Toscana, è per noi uno dei cardini.

TAGS: medical devices, biotech, pharma, imprese, articoloblog
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