Obiettivo, caratterizzare il microbiota intestinale e la correlata risposta immune in pazienti affetti da tumore del colon-retto e valutare un possibile ruolo dei probiotici nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia.
L'intestino umano contiene circa 100 trilioni di microrganismi, che fanno parte del “microbiota intestinale”, comunemente detto flora intestinale. Un’alterazione cronica della composizione del microbiota - ovvero l’insieme di microorganismi, in prevalenza batteri - sembra possa essere alla base di molte malattie, compreso il cancro del colon-retto, il terzo tumore più comune nel mondo. Che esista una correlazione tra alterazione della flora intestinale e cancro del colon-retto è suggerito da diversi dati in letteratura, quello che non è stato ancora indagato è il tipo di relazione esistente tra microbiota e risposta immunitaria.
A tentare nell’impresa c’è un gruppo di ricerca tutto toscano, coordinato dal Professor Amedeo Amedei del Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica dell’Università di Firenze. Il progetto su cui lavora il team è uno dei sedici finanziati nell’ambito del Bando FAS Salute 2014 della Regione Toscana ed ha l’obiettivo di caratterizzare il microbiota intestinale e la correlata risposta immune in pazienti affetti da tumore del colon-retto e di valutare un possibile ruolo dei probiotici nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia. In graduatoria con l’acronimo “MICpROBIMM”, il progetto ha ricevuto un finanziamento di oltre 1 milione di euro e coinvolge anche il Dipartimento di Biologia e quello di Chirurgia e Medicina Traslazionale dell’Ateno fiorentino, oltre ad Aboca, Synbiotec e Synlab Toscana come partner di impresa.
In questo progetto di ricerca ci sono diversi “attori”, ce li presenti.
Il nostro interesse si concentra sulla caratterizzazione di due parametri e sulla loro correlazione in pazienti che hanno sviluppato il tumore al colon-retto: la flora intestinale e la riposta immunitaria. Chiarire questa relazione, che fino ad oggi non è stata mai indagata e che rappresenta uno degli elementi più innovativi del nostro progetto, ci permetterà di fornire un supporto in fase preventiva, diagnostica e terapeutica individuando altresì possibili miscele di integratori (probiotici, prebiotici o simbiotici) in grado di ripristinare l’equilibrio della flora intestinale e, nel caso di pazienti già sottoposti a intervento chirurgico, a prevenire le malattie ricorrenti del post-operatorio, dalle infezioni alla ricomparsa del tumore in sede o in metastasi.
Partiamo dal primo step, l’analisi del microbiota
La fase di caratterizzazione del microbiota, che sta conducendo il Dipartimento di Biologia, è fondamentale perché ci permetterà anzitutto di identificare il gruppo di batteri che sono maggiormente associati con la progressione del tumore. Il nostro punto di forza è che andiamo a vedere il microbiota in tre diversi distretti: saliva, feci e biopsia intestinale. Quello che vedo a livello salivare è diverso dall’analisi delle feci e ancora diverso dalla sede tumorale. Questo tipo di indagine non è mai stata fatta e può offrirci dati molti interessanti. L’altro elemento innovativo, come dicevo, è la relazione tra risposta immunitaria e microbiota perché fino ad oggi non è mai stato spiegato come l’uno possa modulare/influenzare l’altra.
Ci spieghi meglio.
Il sistema immunitario serve per difenderci da tutto ciò che è patogeno. Perché, allora, verrebbe da chiedersi, riusciamo a tollerare certi microorganismi nell’intestino? in condizioni fisiologiche esiste un equilibrio, che però può rompersi per diverse cause (stress, alimentazione non corretta, stile di vita etc) e favorire l’insorgere di patologie intestinali, compreso l’instaurarsi del tumore. Oggi si sa ancora pochissimo sulle possibili implicazioni nei mutamenti della flora intestinale e nella risposta immunitaria. Noi crediamo che riuscire a capire meglio come si interfacciano nello sviluppo del tumore del colon-retto potrà permetterci anche di calibrare l’uso dei probiotici e similari, rendendone più efficace l’azione.
Sappiamo già che probiotici, prebiotici e simbiotici hanno effetti antinfiammatori della mucosa intestinale. Quali potrebbero essere gli altri benefici?
Quello che ci auguriamo di dimostrare è un miglioramento complessivo della qualità della vita del paziente attraverso l’utilizzo di probiotici (batteri vivi), prebiotici (ingredienti alimentari non digeribili che stimolano la crescita/attività dei batteri) e soprattutto simbiotici (un mix tra probiotici e prebiotici, la cui azione sulla salute è sinergica e per questo definita simbiotica). Oltre all'effetto antinfiammatorio, studi in vitro suggeriscono infatti che i simbiotici potrebbero essere più attivi rispetto al solo probiotico o prebiotico nel trattamento dei pazienti che hanno sviluppato il cancro. Per adesso i trial clinici per validare tale ipotesi sono stati pochi e limitati, sia nel ristretto numero di pazienti arruolati sia nel breve periodo di osservazione. Con questo progetto vogliamo andare a capire di cosa è deficitario il paziente per poi integrare con quei batteri che abbiamo visto essere più protettivi rispetto al tumore.
Lo studio prevede tre Dipartimenti universitari ma anche tre imprese. Quale il loro ruolo?
Il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, diretto dal Professor Renato Fani, sta lavorando alla caratterizzazione del microbiota, in sinergia con la Synlab Toscana, che analizzerà, nello specifico, gli acidi grassi a catena corta. Il mio Dipartimento, quello di Medicina Sperimentale e clinica, è impegnato nella caratterizzazione della risposta immunitaria, mentre il Dipartimento di Chirurgia e Medicina Traslazionale, diretto dal Prof. Paolo Bechi, ha il compito di arruolare e assistere i pazienti nel loro percorso clinico. Aboca ci fornirà i prebiotici, mentre Synbiotec i probiotici: entrambe le aziende saranno il nostro riferimento per mettere a punto integratori ad hoc.
A che punto siete del progetto?
Stiamo caratterizzando singolarmente i due parametri, come correlano lo vedremo in un secondo momento. Abbiamo già arruolato i pazienti e iniziato lo studio sia della caratterizzazione del microbiota, che delle caratteristiche funzionali della risposta immunitaria. Allo stesso tempo, stiamo usando dei probiotici e prebiotici già in commercio ma oggi usati per altre disfunzioni intestinali, per vedere se e come possono agire positivamente nella fase post chirurgica di pazienti con tumore del colon-retto. Lo studio clinico comprende pazienti che stano facendo un trattamento di tipo “classico”, una coorte di pazienti che assume i prebiotici e una che assume i probiotici. Andando a controllare cosa succede a 3 mesi, 6 mesi e 1 anno, andremo a vedere come l’utilizzo degli integratori influisce su tre parametri “tipici” del post operatorio, infezioni, diarrea/stipsi o ripresa di malattia.
Quindi una volta analizzata la correlazione tra microbiotica e risposta immunitaria, potreste andare a brevettare nuovi prodotti?
Questo è lo scopo finale del progetto: creare prodotti specifici per la flora intestinale di questo tipo di pazienti, integrando i trattamenti tradizionali con miscele di simbiotici. La ricaduta di questo tipo di studio potrebbe essere notevole perché avremmo un quadro chiaro sia per intervenire nelle fasi del
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